di Carlo Longo
Roma – Con la morte di Ennio Morricone si chiude una delle pagine più importanti della storia della musica e del cinema italiano contemporaneo. Il suo estro compositivo, il suo talento musicale, la sua predisposizione a tradurre in note il genio di tanti registi fanno di lui un gigante del sistema culturale nazionale. Era nato a Roma 92 anni fa e nella sua città si è spento: ci ha lasciati la scorsa notte in una clinica dove era stato ricoverato per la rottura di un femore. La sua carriera è ricca di premi come poche altre: due Oscar, tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Un palmares strepitoso che nel 2017 gli ha portato l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Era tra i pochi musicisti ad essere stato nominato Accademico di Santa Cecilia. Ma era anche un grande sportivo. Tifoso della Roma, da ragazzo aveva giocato nelle giovanili giallorosse e passava per essere un goleador, tanto da meritarsi il nomignolo di “pistolero”. Una passione, quella per lo sport, che non è mai venuta meno. Socio del Circolo Canottieri Aniene, che frequentava quando poteva, Morricone per il sodalizio del suo amico Giovanni Malagò aveva inciso anche l’inno. Una musica che risuona ad ogni medaglia e ad ogni vittoria dello storico club romano.
Ma è soprattutto il mondo del cinema che oggi lo piange. Morricone ha impreziosito centinaia di film, molti dei quali all’estero, con il suo talento musicale. E lo ha fatto partendo da Roma, in anni in cui non era facile sbarcare sui mercati internazionali. Lo ha fatto costruendo passo dopo passo la sua reputazione, soprattutto con le musiche per leggendarie pellicole ambientate nel selvaggio West americano.
Morricone ha ottenuto fama planetaria grazie alle colonne sonore per i film western all’italiana, collaborando con registi come Sergio Leone, Sergio Corbucci, Duccio Tessari, dando musica e anima a film epici come la Trilogia del dollaro, La resa dei conti, Una pistola per Ringo, Il grande silenzio, Il mio nome è Nessuno, Il mercenario e la Trilogia del tempo. Ma anche qui in Italia, due capolavori assoluti, Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e Novecento di Bernardo Bertolucci, portano la firma musicale del maestro. Nel 2007 Morricone ha ricevuto il premio Oscar alla carriera, dopo essere stato nominato per 5 volte. Nel 2016 ha ottenuto il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe.
Commozione e cordogliao arrivano dal mondo della politica, della cultura e dello sport. Scrive il Premier Giuseppe Conte: “Ricorderemo sempre, con infinita riconoscenza, il genio artistico del Maestro EnnioMorricone. Ci ha fatto sognare, emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del cinema”.
“Un giorno triste per la cultura, con Ennio Morricone ci lascia uno dei grandi maestri italiani, un musicista di raffinata bravura che con le sue melodie ha saputo emozionare e far sognare il mondo intero che lo ha ricambiato con i più importanti premi e riconoscimenti, a partire dagli Oscar per le sue leggendarie colonne sonore”. Così il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini si stringe alla famiglia di Ennio Morricone. “Ho avuto la fortuna di incontrarlo e non scorderò quell’energia e quella forza che era capace di trasmettere anche con il solo sguardo. Sono vicino ai familiari in questa triste giornata”, conclude Franceschini.
L’ultimo riconoscimento Morricone lo aveva ricevuto lo scorso 5 giugno, quando è stato insignito del Premio Principessa delle Asturie per le arti 2020 insieme al compositore statunitense John Williams, 88 anni, massima onorificenza per le arti assegnata dall’omonima fondazione presieduta dai reali spagnoli.
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