di Ennio Bassi
Il sito giornalistico Africaintelligence ha reso pubblica una storia che sta creando non pochi imbarazzi alla chiesa africana e certamente anche in Vaticano. Si tratta della lettera che il Cardinale Robert Sarah ha scritto al presidente golpista della Guinea, Mamady Doumbouya, di fatto riconoscendolo. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire come siano andate le cose in questo nuovo capitolo della tormentata storia del paese dall’Africa subsahariana occidentale.
Con questa lettera scritta a meno di un mese dal golpe portato a termine contro il presidente eletto, Alpha Condé, l’ex prefetto della Congregazione per il Culto, che risulta essere figura chiave della Curia romana, si è formalmente avvicinato, di fatto legittimandola, alla giunta militare che ha preso il potere il 5 settembre scorso. Un appoggio che a detta di molti osservatori rischia di diventare decisivo per i golpisti visto che finora non hanno ricevuto alcun riconoscimento internazionale ed anzi hanno incassato solo parole di condanna, a cominciare da Unione Africana, Stati Uniti ed Europa.
Nella sua ricostruzione, Africanintellingence rivela che una piccola delegazione del Comitato Nazionale per Riconciliazione e Sviluppo (CNRD), il gruppo che fa riferimento al colonnello golpista, si è recata a Roma subito dopo l’arrivo della lettera a Conakry per incontrare riservatamente il cardinale guineano. Quest’ultimo è stato fino all’inizio di quest’anno prefetto della Congregazione per il Culto Divino e rimane membro della Curia Romana (fa parte della Congregazione per le Chiese Orientali). La visita, che è stata condotta con la massima discrezione, ha avuto luogo dopo l’invio della lettera di quattro pagine ai golpisti da parte di colui che, dal 1979 al 2001, è stato arcivescovo di Conakry.
In questo lungo testo, indirizzato a Mamady Doumbouya (foto in basso), che era ancora solo il leader dei golpisti, ma che Robert Sarah già chiamava “signor presidente del CNRD”, il cardinale guineano si rallegrava del fatto che con la caduta di Alpha Condé, “la pagina” era “tornata bianca” e incoraggiava i golpisti a liberarsi di “tutti i predatori inveterati del nostro paese, corrotti e incompetenti che hanno accompagnato i governi di Sékou Touré, Lansana Conté, Moussa Dadis Camara e Alpha Condé, e che si considerano elementi imprescindibili e inamovibili”. Insomma, Sarah fa di tutte le erbe un fascio, accomunando Condè ai sanguinari dittatori che lo hanno preceduto, è di fatto riconosce e legittima la nuova giunta.
Per i golpisti del CNRD, che stavano lottando per sfuggire alle sanzioni della Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS, Al del 16/09/21), l’appoggio molto mediatico del cardinale Sarah è arrivato al momento giusto. Una mano santa, sembrerebbe il caso di dire. Il CNRD al momento, come dicevamo, non è riuscito a ottenere il riconoscimento di nessuno, neppure da parte della Russia dove una delegazione del CNRD si era recata nella speranza di convincere gli uomini di Putin a fare un passo avanti. Insomma, la lettera di Robert Sarah pubblicata anche dal sito Guineanews.org (foto), come abbiamo detto, è al momento l’unico segno concreto di riconoscimento internazionale ottenuto dai nuovi padroni della Guinea.
Ma perché impegnarsi a sostenere una giunta golpista guidata da un colonnello ex Legione Straniera che ha tradito il suo stesso mentore e fratello di etnia Alpha Condé? La questione appare di mero potere. In questo caso Vaticano. Sdoganare per primo la nuova giunta golpista che ha preso il potere nel suo paese gli consente di riprendere visibilità e spazio tanto a Conakry quanto nella chiesa cattolica africana. Occorre infatti ricordare che Robert Sarah, nominato cardinale da Benedetto XVI, si è opposto pubblicamente a Papa Francesco su diverse questioni, anche di geopolitica. Da quando ha lasciato la Congregazione dei Riti lo scorso febbraio, Sarah ha così ripreso i contatti con tutti gli attori della scena politica guineana e ha persino fatto un viaggio a Conakry lo scorso giugno, quattro mesi prima del colpo di stato. Durante questo viaggio incontrò Alpha Condé, con il quale i suoi rapporti erano frequenti e buoni.
“Giocare un ruolo politico nel suo paese – ricorda Africaintellingence – potrebbe permettere a Robert Sarah di riconquistare la sua influenza persa tra i vescovi africani che siedono nel Collegio Cardinalizio, il corpo che elegge il prossimo papa. Undici vescovi africani su 18 sono stati effettivamente nominati da Papa Francesco, e la maggior parte di loro sono su una linea molto più progressista e afro-centrica di quanto lo sia il cardinale guineano. Quest’ultimo, invece, è sempre rimasto su posizioni molto romane e trova i suoi principali sostenitori non in Africa, ma in ambienti conservatori americani ed europei come l’ordine laico americano dei Cavalieri di Colombo o l’Ordine di Malta”.
Insomma, la sortita di Sarah a favore dei golpisti guidati dal colonnello Doumbouya pare sia più che altro una manovra di potere del cardinale guineano volta a consolidare il suo ruolo ed il suo peso. Il punto è che il Vaticano non ne esce bene, vendendo la sua storica neutralità compromessa dalle mire personali di un vecchio cardinale in difficoltà. Ma la Santa Sede ha gli anticorpi necessari ad attutire questo genere di sortite. Quindi c’è da attendersi a breve qualche tipo di reazione. Vedremo.
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