A Bruxelles il Consiglio europeo è stato chiamato ad affrontare molti e delicati temi, non solo la guerra in Ucraina e la crisi energetica ma anche le relazioni transatlantiche e l’immigrazione
di Carlo Longo
L’agenda del primo Consiglio europeo dove ha partecipato Giorgia Meloni in qualità di Premier si presenta particolarmente piena di temi da trattare e da discutere, anzitutto l’energia e la guerra in Ucraina ma anche l’Inflaction Reduction Act statunitense e l’immigrazione.
Appena arrivata a Bruxelles Giorgia Meloni ha dichiarato: “Questo è un Consiglio europeo nel quale noi siamo chiamati a confermare il nostro sostegno sulla vicenda della guerra di aggressione contro l’Ucraina, ma questo significa anche essere in grado di dare risposte efficaci al domino di conseguenze che il conflitto comporta. Dal vertice mi aspetto che si faccia un passo avanti sulla questione energetica, estremamente rilevante. Un tema molto politico e poco tecnico”.
Sul tema dell’energia oltre alla conferma della volontà di rafforzare la piattaforma di acquisti congiunti, concludere i negoziati sulle direttive in materia di rinnovabili, sviluppare un indicatore che corregga le distorsioni determinate al Ttf di Amsterdam per la prima volta nella bozza di conclusioni si fa riferimento esplicito al price cap. “Finalizzare un regolamento che istituisce un meccanismo di correzione del mercato per proteggere i cittadini e l’economia da prezzi eccessivamente elevati”, ha scritto il Consiglio europeo tanto che in molti pensano potrebbe essere la spinta decisiva perchè il prossimo Consiglio Energia del 19 dicembre arrivi ad una soluzione.
L’Italia ha chiesto un tetto al prezzo del gas che abbia una soglia ridotta, sia applicato in maniera estesa e garantisca di reagire alle variazioni di mercato. Il Governo Meloni in materia di price cap ha chiesto equilibrio ed equità nella determinazione delle condizioni e che il tetto al prezzo dell’energia sia introdotto seguendo una logica di “pacchetto” sull’insieme delle misure. E con l’attenzione a non lasciare soli gli Stati con meno spazio fiscale.
L’Italia chiede che siano resi disponibili i fondi europei nel più breve tempo possibile. Sul punto appare comunque improbabile che l’Ue opti per l’istituzione di un nuovo fondo europeo, contraendo un debito comune, per il sostegno alla competitività Ue e la transizione energetica come auspicato da Italia e Francia. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha lanciato la proposta ma Germania e Olanda hanno espresso con forza parere contrario. “Non sarebbe un miglioramento della nostra competitività e della nostra stabilità, sarebbe una minaccia”, ha commentato cancelliere tedesco Scholz.
Ad ogni modo Bruxelles vuole evitare che con l’Inflaction Reduction Act statunitense si inneschi una distorsione della concorrenza, determinando un indebolimento del sistema produttivo europeo. Pertanto si ritiene necessario semplificare il quadro regolatorio degli aiuti di Stato che al momento penalizza le industrie europee.
Per quanto riguarda i rapporti con il vicinato meridionale dell’Ue l’Italia ribadisce la necessità che si mantengano rapporti di collaborazione e stabilità. Sul punto Meloni ha ricordato che i rapporti con il Nord Africa sono “molto importanti sia in termini di cooperazione e cooperazione energetica, sia per tutto quello che riguarda la vicenda migratoria che chiediamo di affrontare su un piano strutturale. Faremo la nostra parte”.
Ad ogni modo la presidente del Consiglio ha ribadito: “la migrazione è un tema centrale per Italia. Un tema complesso su cui gli Stati Membri hanno talvolta visioni differenti, ma sul quale è importante dare un segnale politico e un impegno chiaro da parte dell’Ue e, se necessario, anche ponendo il tema al centro di un vertice ad hoc”.
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