L’impegno di ridurre le emissioni di C02 entro il 2050, ribadito a ogni occasione di pubblico confronto, mette in luce la necessità di attuare una vera e propria rivoluzione energetica, basata sull’elettrificazione dei consumi. Al centro di questo nuovo paradigma, rinnovabili e reti di distribuzione sostenibili. Il Caso Enel che ha messo la decarbonizzazione al centro della strategia aziendale. L’AD Starace: “Le reti fattori abilitanti”.
di Carlo Longo
Net Zero: un concetto molto dibattuto e che sta cominciando ad essere non più un argomento per soli addetti ai lavori.L’emergenza ambientale, sotto gli occhi di tutti, dimostra come il cambiamento climatico sia divenuto palpabile, con fenomeni quali siccità e desertificazione in grado di mettere in difficoltà interi comparti produttivi. La classe politica, soprattutto in occasione dei Summit internazionali, ribadisce l’obiettivo di azzerare le emissioni di carbonio entro il 2050, come indicato dalla Unione Europea, e arrivare così appunto al cosiddetto Net Zero. Ma, nonostante il largo consenso delle istituzioni e dell’industria, ci troviamo spesso di fronte a promesse disattese.
Mettere il tema in agenda non significa infatti comprenderne automaticamente i molteplici risvolti. Tutti sanno che per affrontare il cambiamento climatico, non solo è importante agire subito, ma è necessario trovare soluzioni che permettano di azzerare o, almeno, mantenere in equilibrio il totale delle emissioni prodotte e quelle rimosse dall’ambiente. Per arrivare all’obiettivo di Net Zero occorre dunque produrre un’energia sostenibile, in modo più intelligente e più flessibile, al servizio delle generazioni presenti e, soprattutto, future.
La politica deve fare la sua parte, ma anche i consumatori e le aziende devono saper fare la propria. Con l’obiettivo di Net Zero al 2050 molte organizzazioni hanno già fissato i propri target di decarbonizzazione, ma soltanto le aziende in grado già oggi di implementare un approccio innovativo e sostenibile, facendo leva su tecnologie energetiche all’avanguardia, potranno concretamente raggiungere target di riduzione delle emissioni, garantendo un saldo neutro.
Senza contare che l’adozione di modelli energetici Net Zero va verso la direzione di rendere i consumi sempre più indipendenti e autonomi da fonti fossili, aspetto rilevante nel contesto dell’attuale crisi del settore dove la libertà energetica è diventata una priorità. Insomma, la sostenibilità si è trasformata in un tema centrale nella storia di questo secolo. Vediamo più da vicino quali sono gli obiettivi fissati a livello internazionale e quali le soluzioni possibili.
Gli accordi di Parigi
L’idea di perseguire le zero emissioni di CO2 entro il 2050 ha preso forma con gli Accordi di Parigi, siglati in occasione della Cop21 del 2015. Con questa intesa i governi dei Paesi firmatari si sono impegnati a porre in essere tutte le azioni necessarie per mantenere l’aumento medio della temperatura al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e puntare a limitare l’aumento a 1,5°C per fare in modo che le emissioni raggiungano il livello massimo per poi ottenere rapide riduzioni successive.
Durante la Cop26 di Glasgow del 2021 i 190 Paesi partecipanti sono stati chiamati, nuovamente, a impegnarsi per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi citati. In tale occasione è stata stabilita la necessità che ogni Paese ponga in essere strategie integrate che conducano all’abbandono dei combustibili fossili accelerando l’elettrificazione dei consumi e il ricorso a fonti rinnovabili. La Cop26 ha stabilito altresì la necessità di salvaguardare le biodiversità, fortemente minacciate dai cambiamenti climatici in corso. Infine a Glasgow i Paesi più sviluppati si sono impegnati a mettere in campo importanti finanziamenti, pari a circa 100 miliardi di dollari l’anno, per far fonte all’emergenza climatica.
La soluzione in concreto per raggiungere gli obiettivi
Veniamo dunque alle possibili soluzioni. Almeno a quelle prioritarie. Al fine di traguardare gli obiettivi climatici, occorre un’importante trasformazione dell’attuale sistema energetico, a partire dalla sua componente chiave: la rete di distribuzione elettrica. Un’infrastruttura capillare, chiamata ad accogliere crescenti volumi di energia rinnovabile sempre più distribuita, e servire la crescente domanda elettrica finale. Con l’aumentare del numero di persone che in futuro consumeranno elettricità, le infrastrutture di distribuzione elettrica dovranno evolvere per garantire un servizio sempre più affidabile, accessibile e sicuro. Le reti dovranno quindi trasformarsi in piattaforme resilienti, sostenibili e aperte alla collaborazione dei vari attori del sistema energetico, grazie all’innovazione tecnologica di componenti e processi, guidata da digitalizzazione e circolarità.
Per comprendere la portata del fenomeno dell’elettrificazione, è utile leggere quanto dichiarato da Juan Ortiz, Head of Network Development di E-Distribuzione, “Elettrificazione per noi vuol dire anche resilienza delle nostre reti, incremento della qualità del servizio che noi eroghiamo ai nostri clienti, poiché nel momento in cui c’è una crescita di consumi elettrificati e tutta la società diventerà ‘elettrificata’, qualsiasi possibile disservizio avrà un impatto sociale fortissimo”. Le parole di Ortiz ci fanno capire come questo sia, come lui stesso dice, un “momento particolarmente delicato, di transizione non solo climatica o energetica, ma anche di transizione per quanto riguarda il ruolo che noi come distributori abbiamo nella società”, continua il manager.
A questo proposito, e parlando di soluzioni, non si può non ricordare quanto fatto da Enel, azienda leader mondiale nella produzione di energie rinnovabili e uno dei principali operatori che, a livello globale, ha dimostrato di saper integrare reti e fonti di generazione verde in modo da poter dare il proprio contributo per raggiungere l’obiettivo Net Zero.
Grid Futurability e Open Power Grids
L’obiettivo azzeramento emissioni per Enel “è il cuore della strategia aziendale”, come più volte ripetuto da Francesco Starace. Il CEO e Direttore Generale del Gruppo ha dato all’azienda un obiettivo ancora più ambizioso, vale a dire anticipare la riduzione delle emissioni di dieci anni, ovvero al 2040. Un percorso ambizioso, che vede le reti di distribuzione elettrica al centro: .”. “Le reti – spiega Starace – sono le principali attuatrici della transizione energetica. Per questo, devono garantire il massimo della qualità dei servizi alla fornitura elettrica, gestire in modo adeguato la crescente produzione da rinnovabili e devono anche avere un ruolo attivo nella decarbonizzazione”. È compito delle aziende “essere pronte a guidare la transizione energetica” e in quest’ottica la sfida oggi è “di eliminare le emissioni dirette e indirette che provengono dalle reti di distribuzione elettrica”.
Per fare fronte a questa sfida Enel sta implementando Grid Futurability, l’approccio industriale orientato al cliente volto ad anticipare i fenomeni e le esigenze energetiche del futuro, sviluppando già oggi le reti che saranno necessarie a un mondo decarbonizzato. Un profondo rinnovamento, basato sulla sostenibilità.
Grid Futurability vede la sua prima applicazione in Italia a Matera, laddove ha preso forma un vero e proprio “gemello virtuale” della rete in grado di riprodurre digitalmente, attraverso modelli 3D, gli asset principali dell’infrastruttura, perfettamente accessibili da remoto.
Per raggiungere pienamente gli obiettivi di decarbonizzazione è, infatti, necessario disporre anche di una rete che sia sempre più sostenibile. Proprio per perseguire quest’obiettivo Enel ha recentemente lanciato una vera e propria strategia Net Zero, volta ad azzerare l’impronta carbonica delle infrastrutture energetiche.
Digitalizzazione e riduzione delle perdite tecniche delle reti, operazioni a distanza, elettrificazione delle flotte, adozione di misure a tutela della biodiversità, sono solo alcune delle azioni che il Gruppo sta mettendo in campo per contrastare le emissioni dirette delle proprie infrastrutture di distribuzione elettrica.
Il paradigma dell’economia circolare è un altro fattore chiave che Enel sta applicando attraverso l’utilizzo di materiali riciclati per nuove risorse come contatori circolari, pali o cassette stradali o la gestione del fine vita dei componenti della rete, con importanti benefici su ambiente ed economia.
Non meno rilevante è il coinvolgimento di fornitori, produttori di apparecchiature e imprese di costruzione della catena di approvvigionamento per ridurre sensibilmente anche le emissioni indirette.
In che modo questi attori possono contribuire? Implementando processi che portino alla realizzazione di componenti di rete più sostenibili come quadri elettrici privi di gas a effetto serra come il SF6, oli vegetali per trasformatori e cavi ecologici, nonché alla definizione di standard per cantieri sostenibili.
Proprio dalla consapevolezza che la rivoluzione energetica necessita del contributo di tutti- fornitori, utility e partner tecnologici è nata l’associazione Open Power Grids.
La piattaforma è stata costituita, per iniziativa di Enel, allo scopo di favorire lo sviluppo di reti a bassa impronta carbonica, coinvolgendo stakeholder della rete ma anche Università e Istituti di ricerca. L’obiettivo è quello di promuovere la convergenza e il co-design degli standard funzionali dei componenti di rete, in linea con i target di sostenibilità, sicurezza, efficienza dei costi e miglioramento della performance tecnica.
Enel mette così a disposizione i risultati raggiunti in oltre 60 anni di attività e nelle 11 aziende di distribuzione, in Europa e America Latina.
Operando con queste modalità diviene certamente più semplice raggiungere standard comuni tra gli stakeholder ed anche mirare alla massimizzazione del valore, all’efficienza dei costi e delle prestazioni. L’iniziativa è di enorme portata e ha risvolti pratici di grande valore dimostrando come la transizione energetica sia un percorso all’insegna della collaborazione e della progettazione condivisa.
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