Nell’intervento tenuto durante la benedizione “Urbi ed Orbi” in Piazza San Pietro, Francesco ha rivolto ancora una volta il proprio pensiero al popolo ucraino ricordando come l’umanità stia “vivendo una grave carestia di pace“
di Massimo Cellini
Il Santo Padre ancora una volta ha rivolto il suo pensiero al popolo ucraino . Nell’intervento tenuto durante la benedizione Urbi et Orbi in Piazza San Pietro, Francesco ha chiesto che “Il nostro sguardo si riempia dei volti dei fratelli e delle sorelle ucraini, che vivono questo Natale al buio, al freddo o lontano dalle proprie case, a causa della distruzione causata da dieci mesi di guerra. Il Signore ci renda pronti a gesti concreti di solidarietà per aiutare quanti stanno soffrendo, e illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi e porre fine subito a questa guerra insensata“.
“Il nostro tempo – ha quindi detto il Papa – sta vivendo una grave carestia di pace anche in altre regioni, in altri teatri di questa terza guerra mondiale. Pensiamo alla Siria, ancora martoriata da un conflitto che è passato in secondo piano ma non è finito” ha aggiunto il Santo Padre. “La guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato la situazione, lasciando intere popolazioni a rischio di carestia, specialmente in Afghanistan e nei Paesi del Corno d’Africa. Ogni guerra – lo sappiamo – provoca fame e sfrutta il cibo stesso come arma, impedendone la distribuzione a popolazioni già sofferenti. In questo giorno, imparando dal Principe della pace, impegniamoci tutti, per primi quanti hanno responsabilità politiche, perché il cibo sia solo strumento di pace”.
“In questo giorno nel quale è bello ritrovarsi attorno alla tavola imbandita – ha aggiunto il Pontefice – distogliamo lo sguardo da Betlemme, che significa ‘casa del pane’, e pensiamo alle persone che patiscono la fame, soprattutto bambini, mentre ogni giorno grandi quantità di alimenti vengono sprecate e si spendono risorse per le armi”.
Dal Santo Padre è poi giunto un appello affinché nostro Signore “illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi e porre fine subito a questa guerra insensata! Purtroppo, si preferisce ascoltare altre ragioni, dettate dalle logiche del mondo. Se vogliamo che sia Natale – ha concluso Francesco – il Natale di Gesù e della pace, guardiamo a Betlemme e fissiamo lo sguardo sul volto del Bambino che è nato per noi. E in quel piccolo viso innocente, riconosciamo quello dei bambini che in ogni parte del mondo anelano alla pace”.
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati