A tre anni di distanza dalla Brexit gli inglesi non sono contenti dei risultati raggiunti tanto che è stato coniato il termine ‘Bregret’ , dalla crasi fra Brexit e regret, ossia rimpianto. Il premier britannico, Rishi Sunak, comunque in controdenza con il malcontento diffuso ha voluto sottolineare i risultati raggiunti con la Brexit
di Corinna Pindaro
Sono trascorsi tre anni dalla Brexit e le conseguenze non sono state quelle auspicate dagli inglesi. Ad oggi, secondo i sondaggi, il 57% degli elettori non voterebbe per l’uscita dall’Ue, mentre il 41% voterebbe per restare fuori. Esplicativo il neologismo’Bregret’ , neologismo creato dalla crasi fra Brexit e regret, ossia rimpianto.
Del resto la delusione è diffusa in tutti gli strati della popolazione, compresi i grandi nomi della finanza che erano sostenitori convinti della Brexit. Anche tra i conservatori, partito promotore dell’uscita dall’Ue della Gran Bretagna, c’è chi ad oggi si dice pentito della Brexit. Così Guy Hands, esponente di rilievo della City, presidente e capo investimenti nella società di private equity Terra Firma ed ex donatore dei Tory, che in un’intervista alla Bbc ha denunciato “un completo disastro”.
Il premier britannico Rishi Sunak, comunque, nonostante il malcontento ha celebrato i progressi portati avanti dal Regno Unito. “Nei tre anni trascorsi dall’uscita dall’Ue, abbiamo fatto passi da gigante nello sfruttare le libertà sbloccate dalla Brexit per affrontare le sfide generazionali”, ha affermato il capo di Downing Street, citando “la campagna vaccinale” contro il Covid, “gli accordi commerciali con oltre 70 Paesi” e la “ripresa del controllo dei confini”. Uno slancio che “non è rallentato” durante i primi 100 giorni del suo governo, ha proseguito Sunak, assicurando che “questo è solo l’inizio”.