Un’esplosione ha causato il naufragio di una nave proveniente dalla Turchia con a bordo un numero imprecisato di migranti, tra 200 e 250. Sono 59 i corpi recuperati dal mare, tra loro un neonato di pochi mesi e due gemellini di pochi anni, ma il numero non è ancora definitivo
di Corinna Pindaro
Strage di migranti sulle coste calabresi, a Cutro. Il numero dei cadaveri recuperati sul litorale “Steccato” è salito a 59, tra loro 14 sono bambini e 33 donne. Il numero però non è ancora definitivo in quanto non è noto il numero delle persone disperse. Sono 80, invece, i naufraghi tratti in salvo.
Mentre proseguono i soccorsi i corpi vengono recuperati a poco a poco, alcuni nell’acqua altri trasportati dalla corrente fino alla spiaggia. Tra le vittime vi è anche un neonato di pochi mesi, e due gemellini di pochi anni.
I superstiti, tutti giovani sotto i trent’anni, sono stati soccorsi dal personale del 118. Tra loro alcuni sono stati ospitati al Centro richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, altri sono stati ricoverati all’Ospedale Civile di Crotone e tra questi un bambino di 9 anni è al momento in terapia intensiva.
Le forze dell’ordine stanno tentando di ricostruire l’accaduto attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, sembra che il numero dei migranti a bordo si aggirasse tra 200 e 250 e fossero provenienti da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria. Il barcone sembra si sia messo in rotta dalla Turchia ed è stato fermato un presunto scafista.
Secondo il racconto di uno dei migranti tratti in salvo “c’è stata un’esplosione a bordo”. L’ipotesi è resa plausibile dalle bruciature che presentano alcuni cadaveri. Secondo quanto riportato da AdnKronos l’esplosione “si è verificata quando il barcone era vicino alla costa, e poi si è frantumato”. Sulla battigia hanno trovato per almeno 300/400 metri i pezzi dell’imbarcazione. “Così come i corpi delle vittime, che non sono concentrati. Molti cadaveri sono nudi. Forse perché già quando erano sottocoperta, stivati, le persone avevano caldo. L’esplosione e il mare mosso ha fatto il resto. L’impatto è fortissimo, traumatizzante”.
L’allarme per il disastro che si consumava al largo delle coste calabresi è stato lanciato verso le 4 del mattino al reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia attraverso una telefonata che era un disperato grido di aiuto in un inglese poco comprensibile. Gli operatori, però, hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine di Crotone.
Il mare è tutt’ora agitato, si parla di forza 3-4 ma i soccorsi continuano a cercare, sono attive due motovedette e un elicottero della Guardia Costiera.
“Profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. È criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro”, ha commentato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo aver appreso della strage. “Il Governo è impegnato a impedire le partenze e, con esse, il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza”, ha aggiunto la premier.
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