Probabile attacco pirata ai danni di una nave su cui erano imbarcati otto dipendenti dell’azienda petrolifera nigeriana. La conferma ufficiale dell’accaduto è arrivata solo due giorni dopo

di Emilia Morelli

Non si tratta di un film o di un cartone animato. Gli attacchi pirata esistono, avvistano le imbarcazioni, le assaltano e dopo aver interrotto ogni possibilità di comunicazione sequestrano i membri della barca colpita. E’ quanto è con ampia probabilità accaduto ad otto dipendenti della Mrs Oil Nigeria che sono stati rapiti lunedì 26 giugno al largo delle coste dell’isola di Lagos. Tra i dipendenti un italiano, l’amministratore delegato  di MRS Plc, Marco Storari.

Il team si trovava in viaggio su una barca diretta verso Lekki, ma qualcosa è evidentemente andato storto. A far scattare l’allarme è stato il ritrovamento dell’imbarcazione in una zona completamente fuori dalla rotta senza i passeggeri mentre sono stati ritrovati i computer e gli effetti personali dei dipendenti della compagnia petrolifera.

Secondo una testimonianza diretta raccolta dalla rivista Vanguard le vittime del rapimento “sono state costrette a uscire dalla loro barca, su un’altra, che li ha portati via. La barca non si è capovolta. I loro averi erano intatti”.

La conferma ufficiale dell’accaduto è arrivata  solo due giorni dopo dalle forze di sicurezza che controllano il porto di Lagos. Wole Gege, ufficiale della marina nigeriana, ha fatto sapere di avere informato i parenti dei dipendenti rapiti e ha aggiunto: “Speriamo di ricevere presto un aggiornamento. Le autorità di sicurezza sono state allertate dello sviluppo e hanno avviato le indagini “

Anche un portavoce del comando della polizia di stato di Lagos, SP Benjamin Hudenyin, ha dato conferma del rapimento ma non ha fornito ulteriori dettagli.

Purtroppo non è il primo rapimento che si consuma al largo delle coste della Nigeria. Si tratta  nella generalità dei casi di veri e propri attacchi pirata, in cui viene preso in ostaggio l’equipaggio delle navi.

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