L’autorizzazione era stata richiesta lo scorso aprile in quanto Delfin deteneva già il 9.8% del Capitale del Leone di Trieste e “involontariamente” ha sforato il 10%
di Corinna Pindaro
La Delfin salirà a oltre il 10% del capitale di Generali Ass fino alla quota del 20%. L’autorizzazione è arrivata dall’Ivass, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni “in conseguenza del piano di acquisto di azioni proprie avviato dalla compagnia nell’agosto del 2022 e implementato nei mesi successivi, piano che ha determinato il superamento involontario, da parte di Delfin, della soglia del 10% dei diritti di voto. Tale richiesta non sottintende dunque alcuna particolare strategia di Delfin, se non quella di agire in conformità alle regole rispetto alla propria posizione quale azionista della compagnia assicurativa triestina”, ha precisato una nota divulgata dalla holding della famiglia Del Vecchio.
La richiesta era stata presentata lo scorso 17 aprile perchè Delfin avendo già il 9,8% del capitale del Leone di Trieste ha “involontariamente” superato il 10%. La notizia, comunque, ha generato un notevole impatto positivo sul titolo di Generali che guadagna 4,32% a 19,42 euro mentre fonti finanziarie confermano l’interesse di Delfin ad essere partner “di lungo periodo” del Leone di Trieste.
Secondo lo scenario immaginato dagli analisti di Intermonte, è “difficile che l’autorizzazione a salire oltre il 10% si traduca in uno scenario speculativo immediato per Generali”. Dopo il decesso del fondatore Leonardo Del Vecchio nel maggio del 2022 l’ad Milleri sembra che non consideri prioritario “crescere significativamente nel capitale di Generali anche alla luce del fatto che il rinnovo dei vertici della compagnia è avvenuto nel 2022 e che il mandato del management scade con l’approvazione del bilancio 2024″ .
Ad ogni modo non si può, invece tralasciare quanto affermato dagli analisti di Equita che evidenziano come di fatto “le ultime dichiarazioni di Milleri sembravano indicare un focus sul core business dell’occhialeria e un approccio più collaborativo nei confronti di Mediobanca”. Resta poi da chiarire se l’Ivass abbia o meno apposto limitazioni all’acquisto delle azioni di Generali come in passato ha fatto per Mediobanca, che comunque rappresenterebbe una spesa imponente.
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