L’Ucraina ha colpito alcune nevi russe nelle acque territoriali di Kiev e intimato a Mosca di uscire dalle acque territoriali di Kiev. Intanto a Gedda sono iniziati i colloqui tra numerosi Paesi, tra cui la Cina, voluti dall’Arabia Saudita nel tentativo di instaurare la pace
di Carlo Longo
Dopo l’offensiva di Kiev al porto di Novorossiyrsk è stata colpita questa mattina un’altra nave. Il capo del servizio di sicurezza di Kiev, Vasyl Malyuk, ha invitato i russi a lasciare “le acque territoriali e la terra ucraina” in quanto “ogni attacco è ritenuto logico ed efficace oltre che legale perchè avviene nelle acque territoriali di Kiev” “Se i russi vogliono impedire questi attacchi “devono usare l’unica opzione di uscire dalle nostre acque territoriali e dalla nostra terra, e quanto prima lo faranno meglio sarà per loro”, ha poi aggiunto, esprimendo la convinzione che l’Ucraina sconfiggerà “al cento per cento il nemico in questa guerra”. Prima delle dichiarazioni di Malyuk fonti dei servizi ucraini hanno spiegato che si è trattata di un’operazione congiunta con la Marina ucraina, specificando che le petroliera colpita dal drone si trovava in acque territoriali ucraine.
Successivamente il servizio idrografico di Stato ucraino ha diramato un avviso in cui a partire dal 23 agosto i porti russi sul Mar Nero dovranno essere considerati “zone di rischio bellico”. Lo riporta il quotidiano britannico The Guardian. Le aree in questione sono i porti di Anapa, Novorossiysk, Gelendzhyk, Tuapse, Sochi, Taman.
Intanto l’Arabia Saudita ospita da oggi un incontro sull’Ucraina con i rappresentanti delle potenze emergenti e dei Paesi occidentali. Si tratta di un tentativo di instaurare dei colloqui di ace anche se le aspettative sono limitate. Riad ha annunciato l’arrivo di “consiglieri di sicurezza di Paesi fratelli” per discutere della “crisi ucraina” a Gedda, sulle rive del Mar Rosso, senza rivelare i nomi degli Stati partecipanti. I colloqui dureranno due giorni e, secondo quanto riporta la stampa ufficiale dell’Arabia Saudita, esprimono la “volontà del regno di esercitare una missione di buoni uffici” per raggiungere una “pace permanente”.
Per quanto riguarda i Paesi partecipanti i diplomatici sostengono che Riad fosse particolarmente desiderosa di accogliere Brasile, India, Cina e Sudafrica, i membri dei Brics (insieme alla Russia) che, a differenza dell’Occidente, non si sono schierati con l’Ucraina, ma non hanno sostenuto l’invasione russa lanciata nel febbraio 2022. Sicuramente sta partecipando un diplomatico della Cina, sul punto Pechino si è detta determinata a “continuare a svolgere un ruolo costruttivo per una soluzione politica della crisi ucraina”. Anche India e Sudafrica hanno annunciato la loro partecipazione. Parigi è rappresentata da Emmanuel Bonne, consigliere diplomatico del presidente Emmanuel Macron, secondo quanto riferito dall’ambasciata francese a Riad. Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha salutato l’incontro come “molto importante”. Vicina a Mosca e in buoni rapporti con Kiev, l’Arabia Saudita, primo esportatore mondiale di greggio, ha già cercato di porsi come mediatore. Tuttavia l’Ucraina, insieme agli Stati Uniti, ha criticato Riad per non aver mai interrotto la politica petrolifera congiunta insieme alla Russia, nonostante le sanzioni occidentali volta ad aumentare il prezzo sui mercati mondiali.
Le aspettative si riducono ancor più esponenzialmente se si considerano le dichiarazioni della portavoce di Zelensky, Iuliia Mendel, che ha scritto in un post su Twitter: “I colloqui di pace in Arabia Saudita sono accompagnati da attacchi missilistici russi sull’Ucraina. In questo momento, ci sono attacchi missilistici nelle regioni di Kiev, Vinnutsia, Zhytomyr e Cherkasy. Ma l’allerta è in tutta l’Ucraina”.
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