Il tema del Patto di Stabilità è certamente stato uno degli argomenti centrali trattati dagli esponenti politici nel corso del Meeting di Rimini. Tanto Tajani, quanto Giorgetti e Fitto hanno affermato la necessità che l’Ue acceleri sulla riforma del Patto di Stabilità, così da beneficiare delle nuove regole dal 1 gennaio 2024
di Mario Tosetti
“Noi da sempre riteniamo che il Patto di stabilità deve anche essere di stabilità e crescita. Non andava bene quello che è stato sospeso con il Covid, la proposta della Commissione Ue va un po’ meglio ma noi riteniamo che si debba portare ancora qualche correttivo per permettere a Paesi come l’Italia di poter non essere aggravati nel rapporto deficit/Pil da spese che non sono volute dal governo o dallo Stato, ma sono spese come quelle che stiamo sostenendo per difendere l’indipendenza dell’Ucraina che andrebbero escluse, come forse anche quelle del Pnrr” , così il il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, arrivato al Meeting di Cl a Rimini ha introdotto il tema della necessaria riforma del Patto di Stabilità.
“Bisogna ancora discutere e dialogare. Il Patto di stabilità è un vecchio dibattito che abbiamo, non certamente utile a uscire dalla crisi che c’è e favorire la crescita. Un Patto di stabilità è al momento troppo rigorista. Abbiamo visto i danni che fa la politica rigorista della Bce, che ha fatto aumentare i tassi d’interesse ovunque. Dobbiamo impedire che anche il Patto di stabilità e crescita diventi un Patto che porti alla recessione e al blocco dell’economia europea”, ha aggiunto Tajani.
Il Patto di Stabilità è effettivamente un tema che è stato al centro del dibattito politico durante il Meeting di Rimini. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha specificato che la manovra 2024 si muoverà entro le risorse. Risorse su cui pesa, ovviamente il Patto di Stabilità. La ripresa del negoziato è alle porte e l’Italia chiede a Bruxelles di accelerare sulla riforma, in maniera tale da poter beneficiare delle nuove regole dal 1 gennaio 2024.”La situazione è ancora eccezionale, l’Europa lo capisca o si rischia l’autolesionismo”; ha affermato Giorgetti.
Il tema è stato ripreso anche da una nota ufficiale del Mef in cui si afferma: “Il ministro non chiede la proroga della sospensione della clausola del Patto di stabilità in vigore fino al 31/12/23 ma ha espresso l’auspicio che entro la fine dell’anno sia approvata la riforma del patto di stabilità in modo da poter entrare in vigore al posto delle vecchie regole dal 1 gennaio 24”.
Sempre intorno al nodo del Patto di Stabilità è intervenuto nel corso del Meeting anche il ministro delle Politiche Ue, Raffaele Fitto. “Io parto da dove ha concluso il ministro Giorgetti, per condividere una sua giusta preoccupazione. Noi siamo reduci da un po’ di anni un cui abbiamo dimenticato il convitato di pietra: il Patto di stabilità ma oggi torna. Basta vedere l’aumento del debito pubblico, della spesa pubblica e, purtroppo, della spesa corrente in questi anni per comprendete quanto una situazione di drammatica crisi poteva forse essere utilizzata meglio rispetto agli investimenti e alle scelte che sono state fatte”, ha detto Fitto aggiungendo che “se non si trova un accordo su questo nuovo modello del Patto di stabilità, dal primo gennaio il rischio è che subentrino le vecchie regole. E questo comporta un effetto molto complesso”.
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