La sentenza ha dichiarato illegittimo per contrarietà a norme europee e alla Costituzione un decreto del governo che consente ai migranti di versare una cauzione di 5 mila euro come garanzia finanziaria per evitare di attendere la risposta alla loro richiesta d’asilo nei centri di detenzione amministrativa
di Emilia Morelli
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel corso del Question Time alla Camera ha annunciato che il governo intende fare ricorso in Cassazione contro la sentenza del 30 settembre con cui il tribunale di Catania aveva ordinato la liberazione di quattro migranti dal Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) di Pozzallo, in provincia di Ragusa. La sentenza ha definito esplicitamente illegittime alcune norme contenute nel decreto e proprio per questo motivo il Guardasigilli ha affermato di voler rimettere l’esame alla Cassazione che fornirà, così, un “approfondimento tecnico”.
Nel dettaglio la sentenza riguardava il decreto che ha introdotto la possibilità per i migranti di versare una cauzione di 5 mila euro come garanzia finanziaria per evitare di attendere la risposta alla loro richiesta d’asilo nei centri di detenzione amministrativa (rimanendo invece in libertà). Secondo la sentenza queste disposizioni sono contrarie alle normative europee e in parte anche alla costituzione italiana.
Nonostante queste premesse Carlo Nordio ci ha tenuto a sottolineare che “non c’è nessuno scontro tra politica e magistratura. Da parte del governo, non c’è mai stata l’intenzione di mettere in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”.
Ad ogni modo la possibilità che il governo promuovesse un ricorso in Cassazione era già stata anticipata dal ministro dell’Interno Piantedosi. Seguono anche le dichiarazioni del ministro della Difes Guido Crosetto: “Come ho già detto in merito a un altro caso che è andato in voga questa estate, quando uno ha il potere di restringere la libertà delle persone o usare la forza, non deve solo essere terzo, deve anche apparire terzo, deve apparire senza pregiudizi, senza preconcetti: questo vale per un generale dell’esercito, per un poliziotto e per un magistrato. Perché, se sembriamo di parte, si perde la fiducia verso le istituzioni che rappresentiamo” .
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