Il lancio massiccio di droni kamikaze su Kiev ha provocato allarmi e blackout in oltre un centinaio di strutture tra residenziali e pubbliche. L’efficace sistema di difesa aerea ucraino è riuscito comunque a intercettare e neutralizzare gran parte dei velivoli
di Mario Tosetti
Un’offensiva composta da 40 drone kamikaze Shahed ha paralizzato gran parte della capitale ucraina, Kiev, causando blackout in oltre un centinaio di edifici pubblici e residenziali. La contraerea ucraina ha però mostrato la sua efficacia, riuscendo a intercettare e neutralizzare almeno quaranta di questi velivoli senza pilota. Nonostante questa rassicurazione, il panico ha colpito ancora una volta la metropoli al risveglio.
La questione se i danni siano frutto di detriti o se effettivamente alcuni drone abbiano colpito i loro obiettivi rimane irrisolta. Tuttavia, l’imponente offensiva conferma l’intenzione del Cremlino di intensificare gli attacchi, mirando ancora una volta alle principali infrastrutture energetiche del Paese. L’obiettivo perseguito dalla Russia è palese: lasciare la popolazione al buio e al freddo, indebolire il morale e tenere impegnate le forze di difesa aeree nelle principali città, liberando il fronte.
“Settantasette edifici residenziali e centoventi strutture nella parte centrale della città sono rimasti senza energia elettrica”, ha affermato il sindaco di Kiev, Vitaliy Klitschko. Di fronte a questo, l’esercito ucraino ha risposto attaccando diverse regioni russe, ma, secondo le fonti russe, i droni sarebbero stati tutti neutralizzati.
Il ministero della difesa di Mosca ha confermato l’intercettazione di venti velivoli senza pilota e ha reso noto che due missili ucraini sono stati abbattuti sul Mar d’Azov. Nel frattempo, le vittime civili nell’instabile regione del Donbass continuano a crescere. Nella provincia di Donetsk, due persone sono state uccise da attacchi originati dalle repubbliche separatiste filorusse, e anche nella regione di Kherson hanno avuto luogo diverse esplosioni durante la giornata.
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