Con una vittoria del 89,6% sul totale dei voti, Abdel Fattah al-Sisi inizia il suo terzo mandato come presidente egiziano, pur in mezzo a sfide economiche ed umanitarie
di Corinna Pindaro
Abdel Fattah al-Sisi, ex Comandante delle forze armate, non ha incontrato intoppi in queste elezioni: con il 89,6% dei voti, l’uomo si accinge a governare l’Egitto per il terzo mandato consecutivo.
Secondo i dati della Commissione Elettorale Egiziana, la partecipazione alle urne dal 10 al 12 dicembre è stata significativamente maggiore rispetto alle precedenti elezioni del 2018: ben il 66,8% degli elettori, superiore ai 44 milioni di una popolazione totale di 67 milioni di persone.
Gli avversari, come anticipato, non sono riusciti a minare la rielezione del presidente in carica. Ahmed Tantawy, considerato inizialmente la principale minaccia per al-Sisi, si è ritirato dalla corsa ad ottobre, lamentandosi di intimidazioni e violenze. Il secondo classificato, Hazem Omar del Partito Popolare Repubblicano, ha ottenuto solo il 4,5% dei voti.
Al-Sisi rimane al suo posto ininterrottamente dal 2014, dopo aver guidato il colpo di Stato che ha deposto Mohamed Morsi, il primo presidente egiziano democraticamente eletto. Durante i suoi due precedenti mandati, ha cambiato la Costituzione per permettersi un terzo termine e ha esteso la durata del mandato presidenziale da 4 a 6 anni.
Tuttavia, il cammino del presidente non sarà esente da ostacoli. Come riportato dalla BBC, l’Egitto sta affrontando una difficile situazione economica. La moneta locale, la sterlina egiziana, ha perso più del 50% del suo valore rispetto al dollaro USA nell’ultimo quadrimestre. Inoltre, la costruzione di una nuova città-capitale ad est del Cairo ha causato un incremento esponenziale del debito pubblico.
Oltre alla crisi economica, al-Sisì deve affrontare le proteste degli attivisti per i diritti umani, che a più riprese hanno denunciato le restrizioni imposte dal governo e la repressione violenta del dissenso.
Nel suo discorso di vittoria, il presidente si è detto soddisfatto dei risultati e ha rinnovato il suo impegno verso la nazione egiziana: “Il voto degli egiziani è un messaggio al mondo, che esprime il loro rifiuto di questa guerra disumana. Non solo la scelta del loro presidente in una prospettiva di progresso nella civiltà”.
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