Questa mossa potrebbe fruttare circa due miliardi di euro al governo, utili per ridurre il debito ma il Mef per il momento non commenta
di Carlo Longo
L’Italia sta prendendo in considerazione la possibilità di vendere una quota fino al 4% delle azioni di Eni Spa, secondo quanto riportato da Bloomberg, citando fonti a conoscenza del piano. Quest’operazione potrebbe essere messa in atto dopo che la società di energia avrà terminato il suo piano di riacquisto delle proprie azioni, previsto per aprile, portando nelle casse del governo italiano circa due miliardi di euro, utili alla riduzione del debito.
Nonostante le voci, il ministero delle Finanze ha preferito non commentare.
Attualmente, il ministero dell’Economia e delle Finanze possiede una quota del 4,7% in Eni, mentre la Cassa Depositi e Prestiti ne controlla il 27,7%. A seguito del completamento della seconda operazione di riacquisto delle proprie azioni, la quota del governo potrebbe aumentare, permettendo, così, una successiva cessione che non metterebbe a rischio il controllo dell’azienda.
Il piano di riacquisto dovrebbe concludersi ad aprile, anche se recentemente i dirigenti di Eni hanno espresso la volontà di anticipare la fine dell’operazione, con l’intenzione di inviare un segnale positivo al mercato.
All’interno della Nadef, l’obiettivo di privatizzare attività per un valore pari all’1% del PIL (ossia circa 20 miliardi di euro) entro il 2026 per abbattere il considerevole debito pubblico italiano è ben presente. In un recente intervento al World Economic Forum di Davos, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha rivelato di aver discusso la vendita di quote di partecipazioni con fondi esteri.
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