Gli agricoltori francesi hanno manifestato la loro sfiducia alla Commissione europea, organizzando un sit-in con oltre un centinaio di trattori davanti al Parlamento europeo a Strasburgo. Intanto von der Leyen ha annunciato il ritiro della legge sui pesticidi.
di Mario Tosetti
Una flotta di oltre un cento trattori ha presidiato l’accesso al Parlamento europeo, causando l’interruzione del servizio di trasporto pubblico e la chiusura del traffico stradale. Il loro malcontento è rivolto verso le politiche agricole dell’UE, che secondo loro risultano dannose per gli Stati nazionali. Auspicano quindi che i loro problemi vengano considerati nelle prossime consultazioni europee previste per inizio giugno.
I manifestanti, sebbene inghiottiti dallo scetticismo, hanno evocato un possibile “Frexit”, o l’uscita della Francia dall’Unione europea. Essi sostengono che, a differenza dei Paesi come la Svizzera e il Regno Unito non membri dell’UE, gli Stati aderenti all’Unione europea stanno sperimentando proteste e scioperi di massa.
Armati di clacson, hanno cercato di far sentire la loro voce all’interno del Parlamento europeo. Le loro richieste includono la revisione degli accordi commerciali che danneggiano l’agricoltura domestica, l’armonizzazione delle leggi e l’inclusione delle peculiarità dell’agricoltura biologica nelle disposizioni.
Nonostante la speranza di essere ascoltati, percepiscono un senso di indifferenza dalle istituzioni europee. La protesta, più che una richiesta di cambiamento, sembra essere un’espressione di frustrazione ed esasperazione.
In Italia si sono riuniti alla Prefettura a Roma i vari rappresentanti della protesta degli agricoltori nel tentativo di trovare un accordo sulla manifestazione. Una cosa sembra essere certa: “Chiederemo di fare un corteo con i trattori venerdì, ma nel caso non venisse trovato l’accordo manifesteremo comunque nelle modalità più opportune”, assicura Andrea Papa uno dei leader del Movimento Riscatto agricolo che da ieri ha creato un punto di raccolta dei mezzi in via Nomentana a Roma. Altri punti di raduno poco fuori la Capitale sono stati organizzati dall’organizzazione Cra: “Tutto pronto per far convergere a Roma i trattori da tutta Italia”, sottolineano in un comunicato stampa nel quale annunciano la “grande mobilitazione” che inizierà a partire da giovedì 8 febbraio.
I primi effetti sulla Commissione europea
Il movimento di protesta dei contadini sembra cominciare a produrre i primi effetti Bruxelles: la Commissione ha da poco annunciato un capovolgimento di rotta rispetto alla legge sui pesticidi (Sur). L’annuncio è stato fatto da Ursula Von der Leyen, la Presidente della Commissione. “La Commissione aveva inizialmente proposto una legge per l’uso sostenibile dei pesticidi, mirata a mitigare i rischi derivanti dai prodotti fitosanitari chimici. Tuttavia, la proposta ha finito per polarizzare le opinioni ed è stata alla fine bocciata dal Parlamento Europeo. Non si sono registrati progressi nemmeno in seno al Consiglio. Per questo motivo, intendo suggerire al Collegio di ritirare la proposta”, ha affermato.
La decisione di indietreggiare è stata resa pubblica durante una sessione plenaria del Parlamento europeo. Nonostante ciò, Von der Leyen ha rimarcato che il tema è ancora aperto alla discussione. “Per andare avanti occorre più dialogo e un approccio diverso. Su questo presupposto, la Commissione intende presentare un nuovo progetto di legge più ponderato, che coinvolga le parti interessate nel processo di elaborazione”, ha dichiarato la Presidente. Per il momento, comunque, la proposta per una legge sull’uso sostenibile dei pesticidi, chiamata Regolamento Sur, sarà ritirata. Von der Leyen comunque ha sottolineato che il dibattito non è ancora chiuso e ha chiamato per una maggiore discussione e un approccio diverso al problema.
La decisione di ritirare questa proposta ha trovato un’accoglienza positiva da Coldiretti, un’associazione di agricoltori, che si aspetta che ritirare la proposta avrà un impatto positivo sul 30% delle produzioni che costituiscono la base della dieta mediterranea, dal vino ai pomodori, messi in pericolo dalla proposta originale.
Il Regolamento Sur, respinto dal Parlamento e dal Consiglio Ue, era un tentativo di ridurre del 50% l’uso di pesticidi e fitofarmaci chimici rispetto al triennio 2015-2017 entro il 2030. Questi Stati avrebbero dovuto stabilire i propri obiettivi di riduzione debatendo una strategia nazionale con l’Unione. Per l’Italia, il regolamento avrebbe significato un taglio del 62% per l’uso totale dei prodotti fitosanitari e un taglio del 54% per le sostanze più pericolose.
Inoltre, il settore agricolo è stato escluso dai settori che dovranno concorrere a raggiungere gli obiettivi climatici al 2040. Inizialmente, infatti, era previsto un taglio del 30% delle emissioni del settore agricolo rispetto al 2015. Adesso, invece, la bozza riconosce semplicemente il ruolo dell’agricoltura nella transizione ecologica e nel mantenimento della sovranità alimentare europea.
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