di Ennio Bassi
Una start-up che parte multinazionale e che dal primo anno è in utile e che nei primi tre anni di vita raddoppia in ogni singolo esercizio il fatturato è un caso aziendale in cui non ci si imbatte tutti i giorni. Eppure, questa è la storia di TEP Renewables, un’azienda che nasce a Coventry, in Gran Bretagna, ma che ha un cuore italiano e uffici a Roma, Palermo e Cagliari. Vediamo dunque di capire meglio come è nata e come funziona questa piccola regina dell’industria delle rinnovabili, corteggiata da fondi e major del settore e partner di sviluppo di leader mondiali come Enel Green Power.
I numeri danno subito un’idea della clamorosa crescita di cui è stata capace TEP. Fondata da Leonardo Montesi, un top manager romano di nascita ma cosmopolita per vocazione, questa azienda avvia le attività in Inghilterra nel 2019 anche se da subito punta all’Italia avviando progetti in varie aree del Mezzogiorno prima di cominciare a risalire lo stivale. Il modello di business è semplice e si basa sulla competenza e l’approccio innovativo di un gruppo di lavoro capace di elaborare progettualità complesse che “parlano” al territorio utilizzando il modello agri-fotovoltaico, che nel momento in cui TEP arriva in Italia pochi conoscevano, e arricchendo la proposta di contenuti economico-sociali per realizzare impianti ambientalmente sostenibili che si distinguono da quelli tradizionali. Le attività vanno da subito bene, anzi benissimo, nonostante il Covid. Già nel suo primo esercizio TEP Renewables raggiunge in Italia un fatturato a sette cifre. Importo che triplica nel secondo esercizio. Anche il terzo esercizio si sta avviando nella medesima direzione, con la previsione di un raddoppio del fatturato 2021 rispetto a quello realizzato nell’anno precedente e il superamento della soglia di 1 GW di progetti presentati e in attesa di autorizzazione.
Ma a stupire non è soltanto la crescita del fatturato. Quel che colpisce maggiormente è l’Ebitda, cioè il risultato globale lordo che è poi indicatore della capacità di creare valore dell’azienda. TEP Renewables produce mediamente utili superiori al 20% del fatturato, utili che sono stati fino ad oggi reinvestiti dagli azionisti nel rafforzamento del core business anche attraverso un’attività di R&D per lo sviluppo di tecnologie proprietarie e nella diversificazione dell’attività nell’agricoltura 4.0. Insomma un vero e proprio gioiello. A questo punto c’è da soffermarsi sulle ragioni che hanno portato un’azienda così giovane a crescere così rapidamente e bene in un mercato che è certamente in crescita ma che, allo stesso tempo, è alquanto presidiato. La prima ragione è appunto il mercato. Le rinnovabili sono certamente un settore in forte espansione, con indici di domanda e di sviluppo tutti rivolti verso l’alto. Ma questo fattore non basta a spiegare il successo della piccola performantissima multinazionale .
La vera spiegazione sta soprattutto nel team. Il segreto della partenza a razzo di TEP risiede infatti nella capacità del fondatore di creare una squadra di manager esperti e giovani e talentuosi professionisti in grado di rompere con gli schemi tradizionali e anticipare il futuro, producendo livelli di performance nettamente superiori rispetto a quelle degli sviluppatori tradizionali che operano nel settore. Partiamo dal presidente per capire come funzionano le cose in TEP. Montesi dopo la laurea in Business Administration alla Bocconi si avvia verso una proficua carriera manageriale nell’Oil & Gas. Comincia con Technip per poi passare, come Group MD, a Biwater Plc. Poi, dopo 10 anni in India come SVP di Electrosteel e CEO Europa di Jindal Saw, torna nel Regno Unito dove, nel 2012, crea GIL Group attraverso il Management buy out (MBO) di Greenray, azienda globale specializzata nella manutenzione e revisione di impianti di generazione da fonti convenzionali dove aveva ricoperto il ruolo di Managing Director sin dal 2006. Insomma, una carriera internazionale di gran prestigio con incarichi ai massimi livelli in cinque continenti.
Nel 2018 la svolta. Montesi, intuisce che il settore delle energie rinnovabili è quello sul quale investire. Vestiti i panni dell’imprenditore, avvia la sua nuova creatura puntando appunto sulla squadra, che è giovanissima, multiculturale e ampiamente femminile. L’età media dei dipendenti di TEP in Italia è infatti intorno ai 30 anni e le donne sono in posizioni apicali. Presidente del Consiglio di Amministrazione di TEP (Italia) è Rosella Mesiti, una manager di grande esperienza che ha rivestito incarichi di vertice in varie aziende multinazionali del settore petrolifero. Con lei nel CdA in Italia siedono anche Ralouka Yabroudi, che nasce a Beirut e muove i primi passi negli USA prima di affermarsi in Europa, Francesco Battafarano e Maurizio Croce, entrambi con oltre 20 anni di esperienza nel mondo italiano del power. A gestire le finanze del gruppo, Montesi ha invece chiamato Mike Coombs, amico da una vita esperto di rinnovabili e compagno nella travolgente esperienza professionale ai vertici di Biwater Plc, e Shumaila Inayat, fino a qualche tempo fa Financial Controller di un gigante del settore come l’americana GE Renewables.
Sotto il top management c’è una squadra di giovani e giovanissimi talenti: Giulia Giombini, ingegnere ambientale esperto e assoluta colonna a capo dell’area Engineering Italia; Stefano Calabro, un ingegnere energetico classe ’87 con Ph.D in Fisica che guida il Project Management e l’Innovation Unit nell’ufficio di Coventry; ma anche Benedetta Bartolomucci, ingegnere energetico classe ’96, e Marta Spinoglio, ingegnere ambientale, del 1994, entrambe Project Engineers impegnate in Italia nell’Origination dei progetti; Ivic Fembi, classe ’94 che nasce in Cameroun e si laurea al Politecnico di Torino in ingegneria energetica, prima di entrare in TEP dove si occupa di procurement e innovation; Giulia Lauciani, laureata in Economia alla Sapienza di Roma che si occupa di cost e project control; e tanti altri che come loro sono accumunati da un forte spirito di squadra e dal desiderio di scrivere una pagina di storia diventando campioni dell’innovazione.
Una squadra giovane, qualificata e multiculturale, attenta alle questioni di genere, conscia del lavoro e delle responsabilità che l’attendono. “Vogliamo dare maggiore sostenibilità al mondo in cui viviamo realizzando progetti di successo attraverso l’utilizzazione di tecnologie d’avanguardia per produrre energia pulita, sostenere l’elettrificazione dei consumi e accelerare la transizione ecologica” dicono i giovani di TEP con un’unica voce.
Progetti innovativi realizzati in tempi rapidi, e quindi grande attenzione alle esigenze del cliente. Ecco un altro segreto di TEP Renewables. “Essere orientati alla ricerca dell’eccellenza – spiega Montesi – significa ottimizzare tutto ciò che facciamo. TEP rimane sensibile alle esigenze dei clienti, offrendo servizi personalizzati per soddisfare obiettivi ed esigenze specifiche espresse anche dal territorio e massimizzando il ritorno sugli investimenti. Ricerchiamo i più alti livelli di qualità del servizio e incoraggiamo la creatività e l’innovazione in un quadro di continua ricerca dell’eccellenza nella gestione dei progetti e dell’ottenimento delle autorizzazioni per realizzarli”.
Insomma, TEP svolge ogni sua attività mettendo sempre gli interessi del cliente al centro delle proprie attività e lo fa partendo dalla qualità del servizio offerto per un efficace e rapido ottenimento delle autorizzazioni da parte degli enti deputati all’approvazione dei progetti lavorando sotto l’occhio vigile e attento di Kirk Paulie, l’uomo TEP della qualità che con la sua esperienza è stato capace di portare il sistema della qualità aziendale a ottenere tutte le certificazioni ISO in meno di un anno.
In altre parole, TEP Renewables è la prova tangibile che la qualità paga, che i modelli innovativi funzionano, che le rinnovabili sono il futuro e che i sogni di imprenditori illuminati talvolta si avverano. E questo spiega anche il corteggiamento che il mercato sta riservando a TEP la quale, pur sentendosi lusingata, “non smetterà mai di continuare a migliorarsi guardando al futuro” hanno detto in coro tutti i membri della squadra prima di rimettersi al lavoro.
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