di Carlo Longo
Per la prima volta nella storia dell’Eurozona la Bce ha alzato per la seconda volta consecutiva i tassi d’interesse di 0,75 punti. Il tasso principale sale al 2%, il tasso sui depositi all’ 1,5% e il tasso sui prestiti marginali al 2,25%. La notizia si apprende da una nota successiva al Consiglio direttivo in cui si specifica che probabilmente saranno disposti ulteriori aumenti di tassi, rinviando le decisioni di volta in volta alle riunioni. Contemporaneamente, si segnala che i tassi delle obbligazioni sono invece scesi con il rendimento BTp a 10 anni tornato al 4% (il 21 ottobre era al 4,9%) e quello del Bund scivolato a tratto sotto il 2% quando una settimana fa scambiava oltre il 2,5%.
La Bce “intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza” del programma di acquisto titoli App “per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi di interesse di riferimento”, si legge nella nota. Nessuna variazione è disposta, invece, per quanto riguarda il quantitative easing, mentre per gli acquisti Pepp la Bce ha confermato che “intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno fino alla fine del 2024”.
Modifiche, invece, sono state disposte per “i termini e le condizioni applicati alla terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine”, le cosiddette Tltro, e i tassi di interesse relativi alle Tltro saranno modificati a partire dal prossimo 23 novembre. La Bce ha anche deciso “di fissare la remunerazione delle riserve obbligatorie detenute dagli enti creditizi presso l’Eurosistema al tasso della Bce sui depositi presso la banca centrale, allo scopo di allineare maggiormente tale remunerazione alle condizioni del mercato monetario”.
“L’inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo”, ha dichiarato la presidente della Bce Christine Lagarde commentando la nuova misura e ha continuato, “i rischi per lo scenario di crescita sono chiaramente al ribasso, specie nel breve termine, un rischio significativo è quello che la guerra si trascini” e che “la fiducia possa peggiorare ulteriormente, così come le strozzature all’offerta. I governi devono perseguire politiche di bilancio che portino alla discesa dei debiti elevati, e le politiche strutturali devono aumentare il potenziale di crescita”. Lagarde ha specificato che le misure di sostegno all’economia devono essere “mirate e temporanee” ed è necessaria, inoltre una “rapida attuazione delle riforme” del Pnrr e Next Generation EU.
“Oggi abbiamo fatto ulteriori progressi per definire un approccio accomodante ma non abbiamo ancora finito con la normalizzazione” della nostra politica monetaria ha spiegato Lagarde in conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo, “C’è ancora spazio” per intervenire sui tassi. Abbiamo legato la remunerazione delle riserve al tasso di deposito perchè vogliamo assicurarci che le banche trasmettano al sistema economico il tasso di deposito” che con i rialzi decisi oggi è a 1,5% ha aggiunto la presidente della Bce in conferenza stampa.
“Crediamo che in questa situazione di incertezza le decisioni odierne sono le più giuste non solo per la stabilità dei prezzi, che è il nostro mandato, ma anche per la ripresa e la prosperità dell’economia” dell’Eurozona, ha concluso la presidente della Bce.
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