Una task force di tecnici inviati dalla Commissione europea è a Roma al fine di valutare lo stato di attuazione delle riforme messe in campo con il Pnrr. Le più alte cariche del governo insistono, però, unanimemente sulla necessità di riformare il Piano adattandolo alle contingenze, quali l’aumento dei prezzi e i tempi ritenuti particolarmente stringenti
di Carlo Longo
La volontà di riforma del Pnrr è stata uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Fdi e della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Al fine di valutare quali saranno le modifiche proposte dal governo la Commissione europea ha inviato a Roma una task force di tecnici impegnati in una serie di incontri finalizzati, anzitutto, a fare il punto sullo stato di attuazione delle misure attualmente in agenda. Tra le più alte cariche dello Stato, però, unanimemente si insiste sulla revisione di alcuni dettagli del Pnrr.
A favore di alcuni cambiamenti si è detto il ministro delle Infrastrutture e Vicepremier, Matteo Salvini, che ha sottolineato come il Piano “continua a essere un qualcosa che va non cambiato, ma ritoccato, rivisto” tenuto conto degli scenari socioeconomici attualmente mutati. In particolare, Salvini propone che sia messa mano alle scadenze e siano rivisti i tempi perché considerato che siamo oramai a fine 2022, “chiudere tutte le opere e rendicontarle entro il 2026 mi sembra assolutamente ambizioso”. Secondo il vicepremier, inoltre, occorre che vi sia un adeguamento dei prezzi.
Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Picchetto, assume una posizione analoga mettendo in risalto la necessità che gli obbiettivi del Pnrr siano adeguati al carovita. “Dovremo rivedere il Pnrr con l’Europa”, perché “a causa dell’inflazione, solo il mio ministero dell’Ambiente per gli interventi ha un onere maggiore di 5 miliardi”, sui 35 previsti . Secondo Picchetto, dunque, “o si taglia sulle opere, o non ci stiamo dentro”.
Raffaele Fitto, il ministro degli Affari Europei, ha reso noto che a breve sarà comunicata la reale situazione di spesa del Pnrr. In proposito Fitto ha ricordato che al momento della sua formulazione la previsione di spesa del Piano era di 42 miliardi di euro alla fine di quest’anno, la programmazione è stata poi rivista al ribasso: una prima volta è stata ridotta a 33 miliardi e lo scorso settembre a 22 miliardi. “Nei prossimi giorni noi prenderemo atto di quanto si è speso” ma “temo che la percentuale di spesa non sarà molto alta e sarà distante dai 22 miliardi di euro. L’indicatore della spesa è molto preoccupante, perché se mettiamo insieme tutte le risorse disponibili e le proiettiamo al 2026 è chiaro che c’è bisogno di un confronto a livello europeo e nazionale”, ha affermato il ministro degli Affari Europei.
Proseguono, intanto, gli incontri in programma della task force inviata dall’Ue. Si è già svolto l’incontro con i tecnici del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, oltre quelli al Ministero dell’Economia e Finanza. In programma l’appuntamento al ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr. La girandola di colloqui terminerà il 2 dicembre, con un incontro istituzionale a cui parteciperanno anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni.
(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati