L’Unicef ha lanciato un vero e proprio allarme che riguarda i bambini libici che non solo, a causa della mancanza di acqua potabile, rischiano di ammalarsi di dissenteria o colera ma nell’ipotesi in cui abbiano perso i genitori sono esposti a violenza e sfruttamento
di Carlo Longo
Sono trascorsi sei giorni da quando la furia dell’uragano Daniel si è abbattuta su Derna, nella Libia orientale. Il bilancio dei morti è salito a 11.000 persone mentre i dispersi sono ancora 10.100. Le stime delle autorità sanitarie libiche parlano di un possibile bilancio di 20 mila vittime.
Ma l’emergenza ha colpito anche tutti gli sfollati. Sono 30.000 gli sfollati interni, tre strutture ospedaliere sono fuori servizio e risultano fortemente danneggiati anche 10 centri di assistenza primaria. Secondo le stime Unicef, poi, sono oltre 30.000 i bambini che avrebbero bisogno di assistenza per soddisfare i loro bisogni primari.
“I bambini libici stanno affrontando un’altra tragedia dopo oltre un decennio di conflitto. La nostra priorità è aumentare l’assistenza salvavita, in particolare fornendo forniture sanitarie, acqua e servizi igienici, sostegno psico sociale, rintracciare le famiglie e prevenire le malattie trasmesse dall’acqua. Per evitare una catastrofe, non possiamo permetterci di perdere tempo”, ha fatto sapere Michele Servadei, Rappresentante dell’Unicef in Libia, che sta visitando le aree colpite dalle inondazioni.
Si tenga poi presente che mancando acqua sicura aumenta il rischio di epidemie di diarrea e colera oltre che disidratazione e malnutrizione. I bambini che si trovano senza genitori si espongono, inoltre, ai rischi della violenza e dello sfruttamento.
A tal proposito Unicef ha bisogno di almeno 6,5 milioni di dollari per interventi urgenti salvavita ed è pronto a sostenere i bambini e le famiglie che necessitano di aiuti umanitari ad Al Bayda, Al Marj, Bengasi, Derna e nelle altre aree colpite. Le priorità immediate sono l’acqua potabile, le forniture mediche e le squadre sanitarie mobili, il sostegno psicosociale e il rintracciamento delle famiglie.
Le Nazioni Unite hanno chiesto 71,4 milioni di dollari (circa 67 milioni di euro) per aiutare 250mila persone colpite dalle inondazioni in Libia, che hanno provocato migliaia di vittime. Aiuti che, secondo le stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), tuttavia, non coprirebbero le circa 880.000 persone sparse nelle cinque province del Paese che vivono nelle aree direttamente colpite.
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