L’Agenzia internazionale dell’Energia ha pubblicato l’outlook che 2023 in cui ha descritto lo scenario per il prossimo futuro in cui grazie all’energia pulita ci sarà sempre più scarso interesse verso i combustibili, destinati a raggiungere il loro picco in questo decennio
di Corinna Pindaro
“La transizione verso l’energia pulita sta avvenendo in tutto il mondo ed è inarrestabile. Non è una questione di ’se’, ma di ’quanto presto’, e prima è, meglio è per tutti noi. I governi, le aziende e gli investitori devono sostenere la transizione verso l’energia pulita anziché ostacolarla. I vantaggi offerti sono immensi, tra cui nuove opportunità industriali e posti di lavoro, sicurezza energetica, aria più pulita, accesso universale all’energia e un clima più sicuro per tutti. Tenendo conto delle tensioni e della volatilità che caratterizzano oggi i mercati energetici tradizionali, le affermazioni secondo cui il petrolio e il gas rappresentino scelte sicure per il futuro energetico e climatico del mondo appaiono più deboli che mai”. Queste le parole con cui il direttore esecutivo dell’Aie (Agenzia internazionale per l’energia) Faith Birol ha presentato l’outlook 2023.
In questo contesto per la prima volta sembra delinearsi la fine dell’era dei combustibili fossili. L’Aie spiega che raggiungeranno un picco in questo decennio ma poi l’impulso verso l’energia pulita e i cambiamenti economici determineranno un calo della domanda globale di carbonio, petrolio e gas naturale.
“In questo scenario, la quota dei combustibili fossili nell’approvvigionamento energetico globale, che per decenni si è attestata intorno all’80%, diminuisce fino a raggiungere il 73% entro il 2030, mentre le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) legate all’energia, raggiungeranno il picco nel 2025”, si legge nell’outlook. Tuttavia, l’Aie avverte che allo stato attuale è necessario introdurre misure che consentano di limitare l’aumento del riscaldamento globale. Il rischio ad oggi è non solo peggiorare gli impatti sul clima dopo un anno di caldo record, ma anche di minare la sicurezza del sistema energetico, costruito per un mondo più fresco e con meno eventi meteorologici estremi. Piegare la curva delle emissioni su un percorso coerente con 1,5 °C rimane possibile ma molto difficile.
Secondo quanto si legge nell’outlook ultimamente i mercati del Gas naturale sono stati direttamente influenzati dall’impennata dei prezzi dopo che la Russia ha tagliato le forniture all’Europa ma non si può non tenere conto dei nuovi progetti di Gnl che a partire dal 2025 saranno idonei ad aggiungere più di 250 miliardi di metri cubi all’anno di nuova capacità entro il 2030. Questo consentirà di creare un eccesso di offerta e al contempo un abbassamento dei prezzi. La Russia avrà un’opportunità molto limitata di espandere la propria base di clienti. La sua quota di gas commercializzato a livello internazionale, che nel 2021 era del 30%, è destinata a scendere alla metà entro il 2030.
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