L’espansione dell’OPEC+ attraverso l’inclusione del Brasile ha portato a un cambiamento radicale nella dinamica del vertice. Nonostante ci fossero aspettative di un accordo su un significativo taglio nella produzione di petrolio, la questione non è stata risolta. Invece, è stato annunciato un taglio di produzione addizionale solamente per alcuni paesi e solo per il primo trimestre del 2024. Lo scontro con i paesi africani persiste, portando incertezza sul futuro del blocco
di Carlo Longo
Il Brasile è entrato a far parte dell’OPEC+, ampliando il numero di membri a 24 stati. Questa mossa inaspettata è stata la principale sorpresa del recente vertice dei produttori di petrolio. Nonostante le aspettative di un grande taglio nella produzione di petrolio, non è stato raggiunto un accordo in materia, portando a una delusione del mercato.
Il taglio previsto della produzione verrà effettivamente attuato, ma solo da alcune nazioni e solo nel primo trimestre del 2024. L’istantanea della situazione è stata evidenziata in un secondo comunicato dall’OPEC, rivelando che i tagli ammontano a “2,2 milioni di barili al giorno”, provenienti da otto paesi. Tuttavia, il totale reale raggiunge a stento i 700mila barili.
In mezzo a questo, le tensioni con i paesi africani continuano a crescere. L’Angola ha dichiarato di essere pronta a produrre più della quota assegnatale dall’OPEC, con il governatore Estevao Pedro contestando il comunicato del gruppo, nel quale era stata rivelata una quota di 1,11 mbg per Luanda. Questo ha portato a ipotesi sul possibile ritiro dell’Angola dall’OPEC in futuro.
Con i cambiamenti in atto, l’ingresso del Brasile nell’OPEC+ rappresenta una significativa svolta per il blocco. Il paese sudamericano, membro del “club” dei paesi emergenti, Brics, ha una produzione di petrolio di 3,7 mbg, terzo solo a Arabia Saudita, Russia e Iraq. Con gli investimenti attualmente in atto, il Brasile mira a raggiungere una capacità di 5,4 mbg entro la fine del decennio.
L’ingresso del Brasile, e i recenti successi negli annunci sulla partecipazione dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi e dell’Iran, anche essi membri dell’OPEC+, rendono la situazione in fase di evoluzione, aprendo ulteriori possibilità di cooperazione e collaborazione nelle politiche energetiche a livello globale.
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